Posto lungo la via Francigena, San Quirico ha origini etrusche. Il borgo si è sviluppato a partire dal medioevo intorno alla Pieve d’Osenna (da cui l’antica denominazione di San Quirico in Osenna) e si è modellato sul tracciato della Via Francigena che attraversa longitudinalmente il paese. Racchiuso dalla cinta muraria che conserva gran parte delle quattordici torri è contraddistinto da una serie di monumenti architettonici di altissimo pregio e di differente periodo.
COLLEGIATA
Costruita a partire dal 1080 sui resti dell’antico Battistero in travertino bianco e arenaria, la Pieve di San Quirico in Osenna, oggi Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, rappresenta uno straordinario esempio di romanico. L’esterno è caratterizzato dalla presenza di tre portali, di cui uno con protiro e telamoni datato 1288 e attribuito a Giovanni Pisano. Lo stesso artista fu probabilmente autore del campanile a vela, sostituito alla fine del XVIII secolo dall’attuale. A completare la facciata è un rosone decorato con motivi zoomorfi e vegetali. La pianta dell’edificio è a croce latina con un'unica navata. Al restauro del 1936 si deve il recupero dell’armatura policroma del soffitto a capriate, caratterizzato da formelle lignee con ornato senese. Degno di nota è il dorsale del coro con tarsie lignee rinascimentali, originariamente eseguite per il Duomo di Siena e poi acquistate dal Marchese Chigi per la Collegiata, e il polittico di Sano di Pietro, dipinto nel XV secolo espressamente per la Pieve di San Quirico d’Orcia.
CHIESA DELLA MADONNA
Fu costruita sui resti del convento di San Francesco; il nuovo Santuario sorse tra il 1867 e il 1870. La facciata in filaretto di travertino ha un occhio sopra la porta di accesso. L’interno è ad unica navata con quattro altari laterali. Sull’altare maggiore è conservata la Madonna Annunciata attribuita ad Andrea della Robbia (inizio sec. XVI), traslata dalla cappella rurale di Vitaleta nel 1870. Fra le opere l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, statue lignee policrome di Francesco di Valdambrino (inizio sec. XV.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Chiamata
comunemente di “Sante Marie” o Santa Maria ad Hortos in quanto
era circondata dagli orti che diverranno gli “Horti Leonini”, era
situata lungo la via Francigena. La sua costruzione risale
probabilmente alla seconda metà dell’XI sec ed è costituita da un
edificio semplice e suggestivo in pietre squadrate di travertino è
ad unica navata con piccola abside con coronamento ad archetti e
mensole decorate con motivi di teste di animali. La copertura è a
capriate lignee; è orientata verso nord-ovest dove si apre un
piccolo portale. La parte più significativa è il portale sulla via
Francigena che rivela numerose analogie con quello dell’abbazia di
Sant’Antimo.
PALAZZO CHIGI ZONDADARI
L’imponente
Palazzo Chigi Zondadari fu fatto costruire tra il 1678 ed il 1684 dal
cardinale Flavio Chigi su disegno di Carlo Fontana, allievo del
Bernini. La facciata del palazzo è improntata al neocinquecentismo
tipico dello stile dell’architetto romano. All’interno Flavio
Chigi volle un programma figurativo molto ricco, dando un quadro più
ampio possibile di tutti i motivi più comuni delle decorazioni
profane del periodo: Stagioni, Segni Zodiacali, Elementi, Arti. Alla
realizzazione degli affreschi delle sale collaborano un’équipe di
artisti romani.
HORTI LEONINI
Costruiti
da Diomede Leoni nel XVI secolo, questo parco presenta un
bell’esempio di giardino all’italiana, in parte delimitato dalle
mura castellane, con al centro una statua dedicata a Cosimo III, di
Giuseppe Mazzuoli, proveniente dal Palazzo Chigi. Le aiuole di bosso
perfettamente geometriche esaltano la prospettiva del giardino che
termina con un piano alto costituito da bosco all’inglese con folti
lecci secolari.
Un giardino che porta il nome di colui che, Diomede Leoni, coronò
il sogno di realizzare un giardino pubblico lungo la Via Francigena
per accogliere chiunque volesse riposare all’ombra dei lecci. Al
fianco degli Horti, raggiungibile anche dall’interno, si apre il
Giardino delle rose.
VIGNONI
Il Castello di Vignoni, posto in posizione dominante sul panorama della valle dell’Orcia, risulta intorno all’anno Mille tra i possedimenti dell’Abbazia di Sant’Antimo e successivamente, verso il 1170, i Conti Tignosi di Tentennano ne assunsero il controllo. Nel 1362 il castello, con i bagni di Vignoni, allora sotto il dominio dei Salimbeni, venne distrutto dai senesi e dagli alleati montalcinesi. La torre del Cassero fu fatta ricostruire successivamente dai senesi con le rendite di Montalcino. In seguito il castello divenne possesso dei conti Amerighi dai quali passò ai marchesi Chigi che ne sono tuttora proprietari. La chiesa canonica di stile romanico situata all’interno del Castello è dedicata a San Biagio.